Introduzione

La sopravvivenza e la produzione di piante legnose e perenni nelle zone temperate e boreali dipendono dalla precisa tempistica dei periodi di crescita e di riposo in sincronia con le variazioni stagionali della temperatura. Nel ciliegio, diverse fasi della crescita sono soggette a un rigido controllo della temperatura o sono a rischio di temperature estreme, tra cui la dormienza, la fioritura e lo sviluppo dei frutti. Per sopravvivere alle temperature rigide dell’inverno, il ciliegio e altre piante perenni hanno sviluppato meccanismi di adattamento che comprendono la cessazione dell’attività meristematica e dell’allegagione e una tolleranza acquisita al freddo. Nella maggior parte delle piante legnose dei climi temperati, questi processi sono indotti dalla diminuzione del fotoperiodo e della temperatura, che porta a una maggiore tolleranza al freddo e alla caduta delle foglie. In primavera e in estate, le temperature calde e afose possono influire anche sulla qualità dei fiori e dei frutti. Queste limitazioni hanno un forte impatto sulla produzione e, nel contesto del riscaldamento globale, è essenziale avere una migliore comprensione delle limitazioni basate sulla temperatura per anticipare i futuri cambiamenti di produzione e le esigenze di ricerca. In particolare, le risposte alla temperatura sono in parte determinate geneticamente, ed è importante tenerne conto per le future strategie di allevamento adattate a climi specifici, soprattutto nelle regioni esposte a inverni più caldi o più variabili.

Controllo della temperatura di dormienza

Per gli alberi in generale e per il ciliegio in particolare, una delle strategie per sopravvivere alle gelide temperature invernali è il periodo di dormienza, che è fortemente influenzato dalle variazioni di temperatura. I ciliegi fruttiferi in genere mettono le gemme terminali (cessando la crescita attiva dei germogli) a metà o alla fine dell’estate, quando il fotoperiodo diminuisce. In autunno, il passaggio a giornate corte seguito da un calo della temperatura aumenta la profondità della dormienza e avvia il processo di acclimatazione al freddo. Questo periodo può essere distinto in due fasi principali: (i) l’endodormienza, principalmente sotto il controllo delle temperature fredde e definita come l’incapacità di iniziare la crescita dai meristemi in condizioni favorevoli, seguita da (ii) l’ecodormienza, che corrisponde al periodo durante il quale i meristemi possono riprendere la crescita se le temperature sono ottimali. Poiché la qualità della fioritura e della produzione di frutti dipende direttamente dalle condizioni ottimali durante la dormienza, è fondamentale una conoscenza esaustiva del controllo endogeno e ambientale dei processi coinvolti.